Mindfulness - Dr. Barbara Funaro Psicologa Milano
Una rivoluzione, mindfulness, un radicale cambio di prospettiva, un modo per imparare a vivere: così potrebbe essere spiegato il termine mindfulness.
Mindfulness - cos'e' e come funziona?
Mindfulness, si tratta di una pratica, lo dice la parola stessa, intrinsecamente esperienziale, che non si basa su teorie strutturate ma si spiega con la semplice sensibilità alla reale esperienza del vivere.
La mindfulness, in psicoterapia, è sia strumento che obiettivo, e sfrutta la meditazione non per produrre pensieri sottili o estetici sulla vita, ma per raggiungere il benessere della persona.
La mindfulness è finalizzata al raggiungimento di quello stato di vera quiete e pace che spesso facciamo fatica a reperire nelle nostre giornate frenetiche. L’approccio che questa pratica permette di riscoprire è uno stato naturale che l’uomo dei nostri giorni ha smesso di scegliere da tempo, per questo motivo può essere utile in psicoterapia.
La diretta antenata della mindfulness è l’antica pratica di meditazione buddista chiamata Vipassana, di cui ha parlato abbondantemente Henepola Gunaratana, monaco srilankese.
La Vipassana è incentrata su due fasi fondamentali e successive: “visione profonda” e “intuizione profonda”.
La mindfulness si nutre di questi concetti e attraverso di loro permette alla mente di rieducarsi, alla persona di appropriarsi del presente, di viverlo nella piena consapevolezza, di sapersi nel qui e ora.
La coscienza del presente come unico momento in cui è utile essere apporta numerosi benefici in ambito psicoterapeutico quali: l’affinamento dell’intelligenza emotiva, la distinzione dei sentimenti negativi “utili” da quelli che è bene ignorare, la riduzione della percezione del dolore, l’equilibrio psico-cognitivo, la stabilità affettiva.
La mindfulness, in psicoterapia, è sia strumento che obiettivo, e sfrutta la meditazione non per produrre pensieri sottili o estetici sulla vita, ma per raggiungere il benessere della persona.
La mindfulness è finalizzata al raggiungimento di quello stato di vera quiete e pace che spesso facciamo fatica a reperire nelle nostre giornate frenetiche. L’approccio che questa pratica permette di riscoprire è uno stato naturale che l’uomo dei nostri giorni ha smesso di scegliere da tempo, per questo motivo può essere utile in psicoterapia.
La diretta antenata della mindfulness è l’antica pratica di meditazione buddista chiamata Vipassana, di cui ha parlato abbondantemente Henepola Gunaratana, monaco srilankese.
La Vipassana è incentrata su due fasi fondamentali e successive: “visione profonda” e “intuizione profonda”.
- Visione profonda: nella mindfulness, è la chiara consapevolezza di ciò che accade nel tempo reale, uno stato in cui la mente, propensa al riposo, è concentrata su un solo elemento e non le viene permesso di vagare. È una calma profonda che pervade corpo e mente, da sperimentare in psicoterapia più che da capire, uno stato di rapimento, piacevole e significativo per la persona, seducente ma solo temporaneo.
- Intuizione profonda: secondo la mindfulness, vi si giunge attraverso l’uso abituale della concentrazione come strumento per sgretolare quel muro di illusione che ci separa dalla realtà e che fa trovare quella che viene chiamata “liberazione”. Essa è applicabile al di fuori della psicoterapia e risulta permanente.
La mindfulness si nutre di questi concetti e attraverso di loro permette alla mente di rieducarsi, alla persona di appropriarsi del presente, di viverlo nella piena consapevolezza, di sapersi nel qui e ora.
La coscienza del presente come unico momento in cui è utile essere apporta numerosi benefici in ambito psicoterapeutico quali: l’affinamento dell’intelligenza emotiva, la distinzione dei sentimenti negativi “utili” da quelli che è bene ignorare, la riduzione della percezione del dolore, l’equilibrio psico-cognitivo, la stabilità affettiva.