La problematica dei “money slave” è stata solo recentemente riconosciuta nel panorama della psicoterapia contemporanea come parafilia. Studi psicologici e sociologici hanno riscontrato questa peculiare forma di sessualità feticistica che consiste in un rapporto di dominanza incentrato sul denaro. (Foto: Emily Assiran/New York Observer) 'Financial Domination' in cosa consiste effettivamente?Non si tratta di una semplice perversione per i soldi, come il nome potrebbe suggerire, ed infatti si preferisce utilizzare anche la definizione “financial domination”, più precisa. Ma in cosa consiste effettivamente? Nel rapporto di financial domination troviamo un dominatore che è oggetto delle cure economiche del dominato. In sostanza il soggetto sottomesso alla dominazione “finanziaria” prova piacere nell’elargire costantemente doni o denari al suo padrone. La problematica è stata analogamente riscontrata tanto in situazioni di subordinazione maschile che femminile, e dunque il dominatore può essere un uomo o una donna. Sebbene si tratti di una problematica riconosciuta solo di recente sono già presenti alcune opinioni e studi al riguardo, e c’è anche chi non ha esitato a paragonare questa condizione ad una forma di prostituzione. Il problema però è molto complesso e non può essere ricondotto soltanto al fenomeno della prostituzione, una problematica a sua volta che però presenta ragioni di ordine sociale diverso. Nella condizione del Money Slave assistiamo effettivamente ad una “pervesione” feticistica. Nel senso psicoanalitico, la “perversione” non fa necessariamente riferimento ad una condizione di malattia, ma la sessualità per-vertita (che prende un verso inconsueto rispetto a ciò che ci si aspetterebbe) può effettivamente degenerare in condizioni psicopatologiche. Ad oggi il rapporto tra salute e malattia è fortemente messo in discussione e si sta riconoscendo la condizione arbitraria delle definizioni patologiche, ma ciò non toglie che nel percorso terapeutico è considerabile come patologica qualsiasi condizione disagevole, che porta cioè il soggetto a vivere uno stato di sofferenza interiore oppure di disagio “costruito” se tale sofferenza è in qualche modo non percepita perché “ambita”, resa condizione “desiderabile” dai meccanismi autodistruttivi della patologia.
Findom OnlineLa condizione del money slave è naturalmente molto complicata, ed è compito del terapeuta accogliere le richieste d’aiuto di coloro che riconoscono un loro stato di subordinanza che li mette inevitabilmente in una condizione disagevole sebbene sembrino non poter fare a meno di desiderarla, e manifestano la volontà di superarla. Ma al tempo stesso anche il “dominatore”, nel rapporto feticistico della financial domination, gode di una sessualità appunto “feticistica” in quanto, psicoanaliticamente parlando, non c’è più un “soggetto” verso cui la libido è rivolta, ma la direzione dell’eccitazione sessuale è per-vertita, diretta cioè verso un oggetto costruito, che incarna desideri ideali, appunto cioè il denaro, usato per questa sorta di venerazione sessuale. Uno degli aspetti più curiosi della Findom (abbreviazione per “financial domination”) è infatti quello che essa avviene prevalentemente online. Non porta cioè a consumare un rapporto “fisico”, in cui i due soggetti sono coinvolti nella loro corporeità, e dunque nel loro più autentico esserci. Non esiste uno scambio tra due identità che si incontrano, perché lo scambio è evitato e prevenuto dal distanziamento imposto dalla rete, che al tempo stesso rende più immediata la pratica della Findom, che si riduce così solo nel donare sempre più beni e spendere sempre di più per venerare ed ottenere attenzione da parte del dominato, mentre, dalla parte del “dominatore”, il piacere è tratto dalla condizione stessa di essere venerato e adulato. Basta dunque lo scambio di “beni materiali” per consentire la pratica erotica (in questo senso “pervertita”). Gli oggetti vengono sostituiti alle persone, ma, contestualmente, le persone vengono trattate come oggetti (il dominato ha valore solo in quanto riserva di denaro, e il dominatore si trasforma invece in un idolo, una sorta di statua da venerare o, come direbbero gli antropologi, un “dio feticcio”). Anche per questo motivo è possibile identificare questa condizione anche come “money masochism”. Ma cerchiamo di chiarire da un punto di vista psicoanalitico che cosa si intende per feticismo, e come può aiutarci a capire la condizione del money slave/masochism o Findom. Freud e Feticismo in PsicoanalisiFreud ha utilizzato il concetto di feticismo in psicoanalisi, ma esso si origina in antropologia, ed era usato per descrivere la particolare forma di culto devozionale verso i cosiddetti dèi o spiriti “feticci”. Il feticcio è un oggetto che incarna qualcosa “di più” di un semplice oggetto. Esiste una “eccedenza di senso” presente nell’oggetto, che non è data dal suo essere una semplice statua o un amuleto. Quando dunque un oggetto è più di un semplice oggetto, ecco che siamo in presenza di una concezione feticistica. Ma le riflessioni antropologiche e psicologiche sono andate oltre. Alfred Binet considerava feticistico ogni focalizzazione che ci portava a dimenticare la persona, il soggetto nella sua unicità, spostando l’attenzione su un “pezzo”, una “parte” della persona o un “oggetto” della persona, che sperimentava un investimento libidico analogo a quello che bisognerebbe provare per il vero soggetto. In altre parole il feticismo venera l’oggetto più del soggetto. La riflessione che potremmo fare al riguardo ci porta a pensare che il feticista teme il confronto con l’altro, inteso nella sua piena soggettività, e preferisce avere piuttosto un rapporto con un intermediario, un oggetto della persona reale o un “pezzo” (una sola parte del corpo) della persona piuttosto che l’intero. Dietro il feticismo si nasconde dunque una paura atavica, l’angoscia di essere annullati nell’altro. Freud descrive la pulsione feticistica come ogni rapporto erotico in cui la libido è diretta verso un oggetto che non sia una “persona” vera e propria. Per questo possiamo definire la condizione del money slave come un tratto feticistico, visto che sostituisce al rapporto intersoggettivo quello mediato dallo scambio di beni o di denaro. Si tratta però anche di una relazione sado-masochistica, poiché il soggetto dominato, cioè colui o colei che si sottomette tramite la costante donazione di beni senza però chiedere in cambio un rapporto personale, accetta di fatto una condizione di subordinazione che lo porta a privarsi del proprio benessere (materiale, ma anche mentale nella misura in cui recenti studi hanno rivelato la condizione stressante del soggetto sottomesso alla condizione di findom) per una forma di relazione che non è invece basata sul ricevere benessere. Al contrario, il “master” della findom è colui o colei che prova piacere nella condizione di sottomissione dell’altro, e dunque ricava piacere dal disagio altrui. ConclusioneCome ogni forma di parafilia – in special modo quelle rientranti nelle categorie di BDSM – la psicoanalisi può accorrere in aiuto di coloro che ritengono di non trarre – a scapito della loro narrazione interiore – un reale beneficio da questa forma di pratica. Non è infrequente che ci si rivolga all’analisi per una eziologia del problema, che infatti, come ogni forma riconosciuta di parafilia, affonda le radici nella riproduzione di meccanismi simbolici che rimandano ad un trauma originario. Nel nostro caso specifico, il meccanismo di riproduzione è ciò che porta a pensare il soggetto “dominato” che non possa ottenere un amore autentico né una reale forma di affetto umano, se non tramite l’acquisto. La “deviazione” masochistica (se mi si può consentire questo termine) in questo caso sta nella considerazione del rapporto affettivo come in uno scambio di merce, viziato al tempo stesso dalla convinzione di non meritare una forma più autentica di affetto che non possa essere “comprata”. Viceversa, chi è posto nella condizione sadistica (il “dominatore” / la “dominatrice”) è invece posto, dalla storia dei propri traumi, nella condizione di rifiuto dell’autenticità affettiva, rifuggita come deludente o spaventosa, e per questo trova nel dominato, che pone la condizione dell’idolatria del dominante, una posizione piacevole, visto che quello che gli viene donato non è un affetto autentico – che normalmente lo spaventerebbe – ma una forma quasi religiosa e devota di feticismo idolatrico. Bibliografia usata:
Puoi definirti un vero money slave o sei solo confuso? Contatta Dr. Barbara Funaro 3355201126
1 Commento
Alessio
10/4/2021 09:15:36 pm
Buongiorno, consiglio la Dottoressa Funaro, è molto professionale e altrettanto disponibile mi sta aiutando facendomi fare un percorso molto utile e introspettivo, sa capirmi e sa venire incontro ai miei bisogni, la consiglio vivamente
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