Scuole chiuse, attività sportive vietate, parchi ormai diventati un miraggio: le restrizioni anti-Covid e il lockdown hanno limitato la vita di tutti, nell’ultimo anno, e gli effetti più evidenti si registrano tra bambini e ragazzi. Gli effetti psicologici della pandemia sui giovaniLa pandemia globale e il lockdown, nell’ultimo anno, ci hanno portato ad affrontare ostacoli immensi dal punto di vista sanitario e sociale, ma soprattutto fisico e psicologico. I bambini e i ragazzi dai 2 ai 18 anni ne sanno qualcosa; questi giovanissimi, infatti, costretti dalla quarantena, hanno dovuto sacrificare socialità e istruzione, fondamentali alla loro età, per contribuire al benessere comune. Il lockdown ha sommerso e distrutto la routine, in particolare modo quella scolastica: bambini soliti giocare con i propri compagni tra i banchi o nei giardini dei nidi; adolescenti felici di chiacchierare con i coetanei fuori da scuola, prima del suono della campanella; ragazzi spaventati, ma anche stimolati dalla relazione vis à vis con i propri insegnanti; tutti loro, durante il lockdown, sono stati condannati a studiare e vivere in casa. La mancanza di un rapporto diretto con i pari, la distanza da contesti sociali culturalmente standardizzati, ha causato un cortocircuito nella vita di ragazzi e bambini. La didattica a distanza, utilizzata da bambini e ragazzi in lockdown, punta solo sul dovere, soffocando tutti quei piccoli piaceri esistenti in classe: chiacchiere, momenti di distrazione utili alla socialità, nascita di amicizie derivate dalla condivisione di un rischio (un compito o un’interrogazione, per esempio). I bambini e i ragazzi, insomma, hanno dovuto rinunciare al divertimento non solo a scuola, ma anche in alti ambiti sociali: palestre, piscine, pizzerie o, semplicemente, strade. La sparizione del divertimento, durante il lockdown, ha reso più pesante il dovere, da cui molti giovani si sentono oppressi. Il nervosismo ha ridotto l’appetito di bambini anche piccolissimi, l’ansia impedisce ai ragazzi di concentrarsi e il “fuori”, pur se desiderato, appare temibile. L’incertezza della situazione mondiale si rispecchia quindi nell’individualità di ciascuno, bambino, ragazzo o adulto che sia, provocando squilibri nel temperamento e alterazioni della condotta, accompagnate spesso da disturbi ansiogeni. Tutti problemi con cui dovremo fare i conti anche dopo il lockdown, alla fine dell’emergenza.
Impatto del lockdown sui bambini e sulle famiglieLa famiglia è un organismo sociale che si sviluppa in uno spazio condiviso, la casa. Queste quattro mura, spesso fonte di sicurezza e conforto per grandi e piccini, durante il lockdown si sono trasformate in una prigione. Adolescenti, bambini e ragazzi, costretti in casa, si sono ritrovati a condividere ogni attimo con mamma e papà; a loro volta, i genitori hanno finito per essere risucchiati nella vita dei figli e la loro figura si è fatta più dispotica. Per i bambini in età da scuola elementare, meno esperti dei ragazzi, non è semplice partecipare alla didattica remota, nata con il lockdown, perciò papà e mamma sono tenuti a stargli accanto durante le spiegazioni; la loro figura, per quanto di sostegno, può provocare angoscia e minare l’indipendenza del bambino, che a scuola invece avrebbe avuto l’opportunità di cavarsela da solo. Anche i ragazzi, pur non avendo bisogno di assistenza con le nuove tecnologie, durante il lockdown hanno dovuto fare i conti con genitori petulanti o indiscreti, in una fase della vita delicata come l’adolescenza. Il legame tra i genitori, la situazione finanziaria della famiglia e l’esistenza di problematiche pregresse, sono altri fattori di disturbo che il lockdown ha contribuito ad acuire. I figli, sia bimbi piccoli che ragazzi adolescenti, con il lockdown sono diventati sempre più spesso testimoni e vittime di avvenimenti negativi: dissapori tra i coniugi, scontri nella condivisione degli spazi, persino soprusi fisici e psicologici. Bambini e ragazzi, insomma, oltre ad aver accumulato ansie e preoccupazioni proprie, sono spesso stati utilizzati come capro espiatorio dagli adulti, finendo per chiudersi ancora di più in se stessi. Psicoterapia in lockdown: un aiuto per bambini e ragazziAnche la psicoterapia, come la scuola, ha sofferto a causa del lockdown. I bambini e i ragazzi che, prima della chiusura, avevano iniziato un percorso psicoterapeutico, si sono ritrovati da soli, confusi e spaesati. Per fortuna, le moderne tecnologie hanno permesso a noi specialisti di raggiungere i nostri piccoli pazienti nelle loro case, durante il lockdown, per aiutarli a superare un periodo oscuro della vita individuale e della storia comune. Gli adolescenti, avvezzi alla comunicazione telematica, hanno risposto positivamente alla terapia a distanza, dimostrando fin da subito tutta la loro maturità. La maggior parte dei ragazzi, a differenza dei bambini, è consapevole della gravità della situazione, fa di tutto per tutelare i parenti anziani e si impegna per rispettare le restrizioni del lockdown. Tuttavia, i colpi dell’isolamento da quarantena si fanno sentire: molti ragazzi patiscono la monotonia giornaliera, reagendo con indifferenza a qualsiasi cosa; parecchi studenti delle superiori hanno notato un abbassamento nella propria soglia d’attenzione; altri giovani ancora hanno riscontrato problemi d’insonnia o, all’opposto, di stanchezza esagerata. ConclusioneCome i ragazzi, i bambini hanno dovuto approcciarsi a una nuova modalità di psicoterapia a causa del lockdown. Anche in questo campo i piccoli pazienti vengono scortati dai genitori.
La presenza di mamma e papà durante la seduta può essere un bene, risulta calorosa e confortante; al tempo stesso, però, può presentare risvolti negativi: il bambino, minato nella sua indipendenza, potrebbe smettere di fare progressi. Per evitarlo, dobbiamo ricreare in seduta, seppur in remoto, situazioni simili a quelle vissute pre-lockdown: invitiamo i bambini a colorare e costruire, incitiamo i ragazzi a parlare e immaginare, rassicurandoli sul fatto che presto potremo tornare ad abbracciarci. In questo modo, la psicoterapia riesce a sostenere bambini e ragazzi a distanza. Il lockdown, per quanto opprimente, non ha fermato la mano tesa degli psicoterapeuti, che hanno potuto accompagnare i giovanissimi in quest’esperienza, alla ricerca di un nuovo benessere. Cosa ne pensi sulla psicologia condotta a distanza online per bambini e ragazzi?
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