Oltre che fisicamente fastidioso e doloroso la vulvodinia è un disturbo complesso a livello psicologico in quanto ha importanti ripercussioni a livello sociale, interpersonale e psicosessuale. Vulvodinia: quali sono le implicazioni psicologiche di questo disturbo?La vulvodinia è un disturbo caratterizzato da dolore o bruciore localizzato a livello vulvare e talvolta vaginale senza che siano identificabili lesioni o segni che possano giustificarlo. La vulvodinia fa parte della categoria dei disturbi del dolore sessuale e la sensazione dolorosa può avere intensità variabile, fino a diventare invalidante per la donna. In base alle caratteristiche del disturbo ed alla sede in cui è localizzato si può parlare di vulvodinia come patologia che interessa la vulva in generale oppure di vestibolodinia che invece interessa il vestibolo vulvare ovvero quella parte dell’apparato genitale femminile che va dal clitoride fino all’ingresso vaginale. Le cause di insorgenza della vulvodinia possono essere diverse e tra queste rientrano l’uso eccessivo di antibiotici, le ricorrenti infezioni vaginali o vescicali o alcuni traumi. Oltre che da dolore e bruciore questa malattia è caratterizzata da difficoltà nei rapporti sessuali in assenza di segni visibili durante la visita ginecologica, infatti nella maggior parte dei casi la vulva ha un aspetto normale. Di questa condizione soffre una percentuale di donne compresa tra il 15% ed il 18% e pertanto non si tratta di un disturbo raro ma piuttosto di un problema che talvolta non viene preso in considerazione o viene addirittura non correttamente diagnosticato e trattato, causa anche il suo mancato riconoscimento da parte del Sistema Sanitario Nazionale. Sintomi della VulvodiniaPrincipali sintomi della vulvodinia sono il fastidio ed il dolore che può manifestarsi in diverse forme come senso di pesantezza, forti fitte, scariche elettriche, prurito o bruciore. Il dolore può essere localizzato oppure estendersi fino ad essere percepito in vagina, nella zona perianale o nell’addome. Le strategie per alleviare i sintomiIl dolore percepito può avere ripercussioni nella quotidianità della donna che soffre di vulvodinia al punto tale da crearle problemi quando si veste, dorme, rimane seduta per lunghi periodi, cammina o pratica attività sportiva. Ecco perché per alleviare le sensazioni tipiche di questo disturbo le donne possono adottare strategie ed accorgimenti quotidiani. Prima di tutto è bene prestare attenzione ai saponi intimi che si utilizzano, optando per quelli senza profumazione, e alla biancheria che deve essere in cotone e non troppo aderente. Per quanto riguarda l’attività sportiva è bene evitare sforzi eccessivi ma soprattutto non praticare alcuni sport. Fortemente sconsigliati sono l’equitazione, il ciclismo e lo spinning in quanto si tratta di attività che comprimono le terminazioni nervose dei genitali ed infiammano i tessuti; stesso discorso vale per la corsa praticata di frequente perché contribuisce ad aumentare il tono dei muscoli pelvici. Come viene diagnosticata la vulvodinia?Trattandosi di un disturbo dell’apparato genitale la diagnosi di vulvodinia deve essere fatta da un ginecologo che nel corso di una visita di controllo vi arriva soprattutto per esclusione di altre patologie. Non sempre è facile diagnosticare questo disturbo in quanto spesse volte non sono presenti evidenti segni clinici e la vulva appare normale. Per la diagnosi vanno considerate condizioni come il fastidio persistente che si accentua durante i rapporti sessuali, l’assenza di lesioni evidenti che facciano pensare ad altre patologie e l’esito positivo allo swab test, un test basato sull’utilizzo di un cotton-fioc con il quale viene esercitata una leggera pressione sulle parti interessate per capire se la paziente prova una sensazione di dolore e se questa risulta eccessiva rispetto allo stimolo. Vulvodinia: rapporti sessuali e condizioni psicologiche di chi ne soffreLa vuvlodinia è un disturbo piuttosto diffuso e molte donne si chiedono se sia possibile curarla. Presupposto da cui partire è che nella maggioranza dei casi non si risolve in maniera spontanea e per questo è importante che la donna segua un percorso. Durante i rapporti sessuali la donna può accusare un forte dolore causato dalla penetrazione e questo compromette la qualità della vita sessuale e di coppia inibendo il rapporto con il partner e facendo insorgere sensazioni di frustrazione ed inadeguatezza. Quando non si riesce a vivere serenamente la propria intimità per alcune donne viene a crearsi una situazione di disagio tale per cui hanno difficoltà a parlarne con gli altri e spesse volte anche con le stesso partner per la paura di non essere comprese o addirittura giudicate. Spesso al dolore si accompagna un calo del desiderio sessuale e molte donne tendono a colpevolizzarsi e ritenersi responsabili di ogni difficoltà di coppia. La diminuzione della libido è dovuta al timore di provare dolore ma molte volte la donna che vive questa condizione non riesce ad esprimere chiaramente ciò che prova.
Aspetti psicologici della vulvodinia e come trattarlaOltre che fisicamente fastidioso e doloroso la vulvodinia è un disturbo complesso a livello psicologico in quanto ha importanti ripercussioni a livello sociale, interpersonale e psicosessuale. Dopo un’accurata diagnosi medica o ginecologica è bene occuparsi del trattamento della vulvodinia tenendo presente che un unico specialista non basta perché la donna deve essere seguita da più specialisti tra cui un medico, un ginecologo specializzato nei disturbi del dolore sessuale e uno specialista che possa aiutarla ad affrontare tutto il vissuto psicologico legato alla vulvodinia, ovvero uno psicoterapeuta. Necessario è che il team multidisciplinare di specialisti elabori un piano di trattamento personalizzato creandolo sulla base della specifica condizione clinica della paziente e dei disturbi che manifesta. Ciascuna donna vive la condizione a proprio modo ed ha diverse percezioni e per questo è importante che lo specialista ascolti la paziente, capisca le convinzioni ed i conflitti interiori della donna, e solo successivamente elabori un piano di trattamento adeguato. Per poter pensare ad un intervento psicoterapeutico mirato è importante che il percorso sia preceduto da un’accurata diagnosi che serve anche per capire quali sono le possibili cause di insorgenza della vulvodinia. L’importanza di un percorso psicoterapeuticoIl presupposto per un valido e funzionale percorso psicoterapeutico è l’approccio multidisciplinare al problema. E’ importante creare delle condizioni in cui la paziente sia a suo agio e si senta pertanto libera di esprimere ciò che prova senza filtri. La maggior parte delle donne riportano allo specialista la loro condizione di insoddisfazione sessuale, perdita di desiderio, difficoltà nell’allontanare la sensazione di dolore durante il rapporto ma soprattutto incapacità di parlarne con gli altri. A questo si associa spesso un profondo senso di solitudine ed un notevole abbassamento dell’autostima. La percezione del dolore è spesse volte legata al rapporto che si ha con sé stessi e con il proprio corpo e per questo l’obiettivo dello psicoterapeuta deve essere quello di ascoltare la paziente e se possibile capire insieme a lei quali sono le migliori strategie da utilizzare. Tra i vari compiti dello psicoterapeuta c’è quello di capire il modo in cui la paziente si approccia alla vulvodinia e più in generale alla malattia. Fattori come l’educazione familiare, gli insegnamenti ricevuti durante l’infanzia o la personalità della paziente possono influenzare il suo modo di percepire il disturbo ed il suo grado di gravità. Ad ogni donna bisogna approcciarsi in modo differente partendo dalla consapevolezza che ciascuna ha il proprio grado di percezione del dolore, condizionato da fattori culturali o situazioni di vita pregresse come l’impossibilità di esprimere liberamente le proprie emozioni oppure un’età infantile caratterizzata da eccessive privazioni. E’ importante si tenga in considerazione l’esistenza di alcuni fattori di predisposizione alla vulvodinia quali un aborto, dei conflitti sessuali e relazionali, dei traumi sessuali o la familiarità a disfunzioni della sfera sessuale. Se la si analizza da un punto di vista psicofisiologico la vulvodinia è considerata una sindrome dolorosa ovvero un disturbo nel quale la sensazione di dolore provata dalla paziente è fortemente connessa ai suoi pensieri ed alle sue emozioni. Alcuni fattori psicologici sarebbero in grado di creare una condizione di iperattività muscolare tale per cui la donna percepisce un dolore fisico. E’ qui che risiede l’importanza di un percorso psicoterapeutico che dia alla paziente l’opportunità di lavorare su traumi, paure e stati emotivi e passo dopo passo fare un cambiamento. ConclusioneLavorare sull’aspetto psicologico del disturbo oltre che su quello fisico attraverso l’utilizzo di cure farmacologiche è molto importante per trovare risposte e soluzioni a domande che non possono essere trattate con l’uso di farmaci. Ci sono esigenze, necessità e problematiche insite in ogni donna che devono essere necessariamente affrontate affinché le pazienti possano superare il problema e raggiungere uno stato di benessere.
Non è solo la vita sessuale ma anche l’impossibilità di compiere semplici azioni quotidiane a rendere difficile la quotidianità di una donna affetta da vulvodinia. Attraverso il dialogo e con il supporto dello psicoterapeuta ogni donna deve poter esprimere liberamente come si sente, quali sono le difficoltà che incontra ogni giorno, cosa pensa realmente della sua condizione, come la vive e come crede la vivano le persone che la circondano. Ansia, depressione, incertezze, senso di solitudine, apatia, rabbia, frustrazione e vergogna sono solo alcune delle sensazioni con cui molte donne affette da vulvodinia devono fare i conti ogni giorno ed è questo il motivo per cui dopo essersi rivolte ad un ginecologo è importante che ciascuna di loro trovi il coraggio di intraprendere un percorso psicologico per capire insieme ad uno specialista come affrontare il problema.
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